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Forcella, spirale, tuffante: guida completa alla scelta dell’impastatrice professionale perfetta

In questo articolo spieghiamo le differenze tra le impastatrici professionali e il perché alcuni modelli sono più adatti ai diversi modi di utilizzo rispetto ad altri.

L’ impastatrice professionale (a forcella spirale o tuffante) interessa molti professionisti del settore pizzeria e panificazione, e durante il lockdown, sono state al centro dell’attenzione anche di semplici appassionati dei lievitati. In questo articolo spieghiamo come si distinguono i modelli a forcella, a spiarle e tuffante e perché alcuni modelli sono più adatti ai diversi modi di utilizzo rispetto ad altri.

Leggendo questo articolo scoprirai qual’è l’impastatrice professionale (a forcella spirale o tuffante) più adatta ai lievitati che vuoi realizzare. Le impastatrici si differenziano in base a:

  • forma
  • tempi di lavoro
  • destinazione d’uso

Le più comuni e importanti sono 3:

  • Forcella
  • Spirale
  • Tuffante

Impastatrice professionale a FORCELLA

L’impastatrice a forcella è dotata di un cestello solitamente molto grande con un albero al centro che è parte integrante del cestello stesso. L’elica, che rappresenta il braccio impastante, è posta in maniera quasi parallela al cestello ma con la punta rivolta verso il basso.

Perché sceglierla: lavora in maniera molto lenta amalgamando la pasta con il vantaggio di non scaldare, anzi solitamente tende a raffreddare senza “innervosire” (o incordare) l’impasto.

I contro: è molto ingombrante, perché solitamente le impastatrici a forcella sono molto grandi. Non sono indicate per realizzare impasti “morbidi” che richiedono alte idratazioni.

a SPIRALE

L’impastatrice a spirale hanno una coclea posta in verticale, con un piantone davanti che prende in nome di barra spezzatrice. La coclea spesso ha i tornanti (ovvero la distanza tra le 2 curve del braccio meccanico) ravvicinati o distanziati. Quando sono ravvicinati abbiamo davanti un’impastatrice a spirale con passo corto mentre se la distanza è ampia, ci troviamo avanti ad un’impastatrice a passo lungo.

Tre consigli per scegliere un’impastatrice a spirale:

  • Verificate che l’angolo basso del cestello sia svasato, questo per evitare ristagni di farina.
  • Verificate che la barra spezzatrice sia longitudinale alla spirale ossia che punti verso di essa. Tale forma favorisce l’ossigenazione e, se dotata di “scarpa”, aiuterà l’impasto a staccarsi meglio
  • Verificate che abbia il coperchio di acciaio con griglia, vi permetterà di addizionare gli ingredienti nel punto desiderato dell’impasto.

Perché sceglierla: le impastatrici a spiarle hanno quella che si chiama “retromarcia” che permette di “spazzolare” tutta la farina presente nel cestello; in questo modo, nei primi istanti di lavorazione, tutta la farina si bagna immediatamente senza formare i grumi e il glutine si forma di colpo e lavora favorendo la formazione di una maglia omogenea.

a TUFFANTE

L’impastatrice tuffante fino ad ora è stata maggiormente utilizzata nel settore della panificazione e pasticceria; tuttavia, essendo adatta a realizzare impasti morbidi quindi ad alta idratazione, è diventata uno strumento indispensabile anche nelle pizzerie. È dotata di 2 braccia meccaniche che simulano il movimento dell’impasto a mano. Questi due bracci lavorano principalmente in estensione e taglio, permettendo lo sviluppo di un impasto morbido e non surriscaldato. In particolare di solito un braccio ha il compito di “prendere” l’impasto, mentre l’altro è progettato per stendere la pasta.

Perché sceglierla? Le impastatrici tuffanti hanno la capacità di ossigenare moltissimo l’impasto, grazie ai movimenti molto ampi che riescono a fare i suoi bracci meccanici. È ideale per realizzare pizza in pala alla romana o impasti di pizza a ad alta idratazione, come quelli per pizza napoletana contemporanea.

Possiamo infine dire che oggigiorno non ci sono contro indicazioni nello scegliere questo tipo di modello: e nel corso del tempo le impastatrici tuffanti sono diventate sempre più compatti e maneggevoli, non ingombrano più. Non solo, sempre grazie all’innovazione, alcuni modelli hanno notevolmente ridotto l’attrito meccanico, contrastando ulteriormente il fenomeno del surriscaldamento dell’impasto.

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